Sacrificio e Soddisfazione
Le nostre vite sono cambiate molto negli ultimi mesi, dalle abitudine giornaliere alle mete di viaggio e ai nostri orizzonti, abbiamo dovuto forzatamente ridimensionarci per convivere con questa pandemia.
Nessuno avrebbe immaginato questo scenario perchè si tratta veramente di una esperienza mai vissuta dalle ultime due generazioni.
Così ci siamo ritrovati a dover indossare una maschera per proteggerci dal virus, sia al chiuso sia all'aperto con quello che comporta per la differenza nel comunicare, nello scambiarci un sorriso.
Tutta l'umanità è unita in questa battaglia contro il virus e sta compiendo un grande sacrificio per riuscire al più presto a tornare ad una vita normale.
Il sacrificio che stiamo compiendo diventa ogni giorno più normale. Ogni giorno che trascorre ci abituiamo sempre di più ad essere così attenti all'igiene, a lavarci le mani continuamente, a stare attenti ai luoghi affollati.
Questo sacrificio richiesto al singolo individuo per arginare il contagio è un sacrificio molto severo che non è correlato ad una soddisfazione a breve termine.
Certamente la risoluzione di questa pandemia sarà una grande soddisfazione per l'individuo e per la comunità intera.
Non è difficile da immaginare quante celebrazioni, quanti abbracci e baci ci daremo tra amici, tra sconosciuti in tanti casi, quando questo virus smetterà di affliggere le nostre vite.
Sarà bellissimo, sarà come abbattere il muro di Berlino, un muro invisibile che abbiamo dovuto costruire per proteggerci dal virus.
L'amore salirà alle stelle quando tutto questo sarà un ricordo del passato.
Nell'attesa che questo si compia, mai come ora dobbiamo prenderci cura della nostra salute soprattutto mentale e di quella dei nostri cari.
In questi mesi ho perso una cara amica alla quale la vita aveva già presentato molti ostacoli e forse per questo motivo, non è riuscita a sopportare questo ulteriore peso, questa vita senza sorrisi, questa ansia del nemico invisibile che ha scardinato i suoi piani, la sua potenziale carriera e la sua libertà di prendere un aereo e di esplorare il mondo. Ha preferito morire che continuare a vivere in questa solitudine.
Reagiamo tutti in modo diverso, nel mio caso per esempio, non ho avuto un grande problema da fine Dicembre a chiudermi in casa e ad evitare i contatti, forse perchè sono già un tipo solitario, una persona che gode anche i momenti in solitudine, perchè riesco ad organizzarmi creativamente prendendo in mano la situazione.
Così da Dicembre fino a Marzo ho veramente limitato gli spostamenti, poi verso fine Marzo mi sono accorto che questa lentezza mi stava facendo ingrassare e allora ho avuto una grande transformazione: ho iniziato a muovermi tantissimo.
Tutto è iniziato quando ho trovato quei 4 kg in più al mio peso già non "ideale", arrivato ad 88Kg mi sono sentito troppo vicino alla soglia dei 90 kg, quindi ho deciso che era il momento di camminare, dato che è uno dei migliori modi per perdere peso.
Quindi, un pò alla Forest Gump, ho semplicemente iniziato a camminare da casa fino a mete sempre più lontane. Ho quindi iniziato a sacrificarmi, perchè camminare a piedi è un sacrificio, considerato ch potresti prendere l'auto, i mezzi pubblici e arrivare più velocemente senza stancarti.
Questo sacrificio deciso, e non imposto, nasconde però una grande soddisfazione (non a lungo termine, ma a breve), perchè alla fine di ogni lunga passeggiata la sensazione di successo, di vittoria e di benessere psicofisico è unica.
Sono così riuscito a compiere i primi 10 km, che poi sono diventati 20 km, fino a 30 km e camminando ho esplorato la mia città in lungo e largo e mi sono sentito più presente e cosciente dei luoghi, dello spazio in cui vivo.
Dopo alcune settimane a compiere questi percorsi in pianura, alternati a scalate in montagna, ho deciso di acquistare una bicicletta per poter continuare ad allenarmi senza pesare troppo sulle mie articolazioni.
Le prime volte in bici non riuscivo a fare più di 20 km, ora ne riesco a fare 80 km senza problemi non girando in piste ma esplorando altre città. (Seoul e Paju).
Andare in bici così in lungo e largo è veramente una liberazione. Più riesco a muovermi, più i miei muscoli sono infuocati, più sono felice.
Sacrificarsi per riprendere possesso della propria vita
Camminare ore, pedalare ore, ma anche digiunare, meditare e tante altre tecniche simili possono sembrare (soprattutto digiunare) esagerate ma in realtà risultano essere molto efficienti in questo periodo in cui la nostra vita è stata trasformata da eventi esterni, perché ci fanno riprendere il timone della nostra vita.
Questo l'ho scoperto durante la pandemia, ho scoperto la bellezza del sacrificio e della conseguente soddisfazione ma l'ho solo compreso durante l'ultima passeggiata che ho fatto insieme ad una amica, una passeggiata ancora più piacevole perchè trascorsa parlando e sorridendo per tante ore.